Nell’incantevole cornice di Ponza, come ogni anno, neuroradiologi e neurologi si ritrovano per parlare di argomenti di fondamentale importanza.
Alla Dottoressa Gniuli anche quest’anno il compito di un inquadramento clinico incentrato sui meccanismi fisio-patologici (quelli che inducono patologia) legati alle malattie tossico-metaboliche.
Patologie rare, quelle geneticamente determinate, ma in costante aumento quelle legate a fattori tossici come alcool e droga, con impatto importante sulla sopravvivenza del paziente, sulla sua autonomia, sul suo stile di vita e quello di tutta la sua famiglia.
Perché il metabolismo cellulare influenza il sistema nervoso in modo cospicuo e drammatico, e spesso il medico assiste impotente a un corredo sintomatologico che mai avrebbe voluto vedere.
Pertanto, nelle patologie metaboliche geneticamente determinate, i principali elementi in gioco sono alterazioni del metabolismo degli organuli digestivi e respiratori.
La patologia consiste in un accumulo di sostanze (prevalentemente lipidiche) o in una demielinizzazione.
Invece nelle patologie tossiche, il danno è’ spesso tossico diretto, in molti casi (come negli oppiacei) anche mediato da un processo ischemico, e’ condizionato da patologie sistemiche (insufficienza renale o epatica) e molto spesso la sostanza tossica si “sostituisce” agli elementi di supporto metabolico (Ossigeno, glucosio, acqua), inducendo danno.
In Italia nel 2023 circa 3.000.000 di persone soffrono di Disturbi del comportamento alimentare.
Parliamo del 5% della popolazione italiana, e purtroppo del 30% degli adolescenti dopo il COVID, di cui il 6% al di sotto dei 12 anni (1).
Una tale incidenza è paragonabile a quella del Diabete (5.9%, 3.500.000 persone) (1) ed e’ superiore a quella dei tumori in Italia (circa il 4% dell’intera popolazione) (2).
Un dato allarmante anche perché in crescita e in crescita soprattutto nella popolazione adolescenziale, ovvero il nostro futuro.
Nel DCA il dolore si fa spazio nell’immagine corporea, che è il primo aspetto evidente all’esterno di ognuno di noi, perchè il proprio corpo diventa scorza impenetrabile (nell’obesità’), o trasparente (nell’anoressia) e il cibo diventa cura (nella bulimia) al dolore stesso, e la sofferenza , la frustrazione sfogano nelle condotte compensatorie (i meccanismi purging), e l’ossessione per il corpo, per il cibo catalizzano l’attenzione su base quotidiana.
E i tramonti, il mare, i raggi del sole, le risate degli amici, le carezze dei propri cari diventano pallidi e flebili bagliori nella vita quotidiana caratterizzata solo da una profonda distorsione del proprio corpo.
Una diagnosi precoce permette di instaurare un percorso di cura e di accudimento non solo del paziente ma anche dell’ambiente circostante familiare. La terapia deve essere mirata all’individuazione dei fattori di rischio vitali, inquadramento nutrizionale con tecniche cognitivo-comportamentali e psicoterapia individuale (talvolta associata a quella di gruppo) e di aiuto all’ambiente familiare.
I terapeuti tutti devono lavorare insieme e per il paziente sostenendo la famiglia ed educandola, e devono poter avere a disposizione punti di riferimento di emergenza per stabilizzare il paziente, ove necessario (3).
1) Dati Istat 2023
2) Epicentro.iss.it; registro tumori in Italia
3) clinical Practice Guideline for Eating disorders. Ministry of Healthcare and Consumer affairs.
www.sisdca.it