In Italia nel 2023 circa 3.000.000 di persone soffrono di Disturbi del comportamento alimentare.
Parliamo del 5% della popolazione italiana, e purtroppo del 30% degli adolescenti dopo il COVID, di cui il 6% al di sotto dei 12 anni (1).
Una tale incidenza è paragonabile a quella del Diabete (5.9%, 3.500.000 persone) (1) ed e’ superiore a quella dei tumori in Italia (circa il 4% dell’intera popolazione) (2).
Un dato allarmante anche perché in crescita e in crescita soprattutto nella popolazione adolescenziale, ovvero il nostro futuro.
Nel DCA il dolore si fa spazio nell’immagine corporea, che è il primo aspetto evidente all’esterno di ognuno di noi, perchè il proprio corpo diventa scorza impenetrabile (nell’obesità’), o trasparente (nell’anoressia) e il cibo diventa cura (nella bulimia) al dolore stesso, e la sofferenza , la frustrazione sfogano nelle condotte compensatorie (i meccanismi purging), e l’ossessione per il corpo, per il cibo catalizzano l’attenzione su base quotidiana.
E i tramonti, il mare, i raggi del sole, le risate degli amici, le carezze dei propri cari diventano pallidi e flebili bagliori nella vita quotidiana caratterizzata solo da una profonda distorsione del proprio corpo.
Una diagnosi precoce permette di instaurare un percorso di cura e di accudimento non solo del paziente ma anche dell’ambiente circostante familiare. La terapia deve essere mirata all’individuazione dei fattori di rischio vitali, inquadramento nutrizionale con tecniche cognitivo-comportamentali e psicoterapia individuale (talvolta associata a quella di gruppo) e di aiuto all’ambiente familiare.
I terapeuti tutti devono lavorare insieme e per il paziente sostenendo la famiglia ed educandola, e devono poter avere a disposizione punti di riferimento di emergenza per stabilizzare il paziente, ove necessario (3).
1) Dati Istat 2023
2) Epicentro.iss.it; registro tumori in Italia
3) clinical Practice Guideline for Eating disorders. Ministry of Healthcare and Consumer affairs.
www.sisdca.it